venerdì 30 settembre 2011

Friedland 26-10-943 – 47° giorno di prigionia

Due anni si compiono oggi, dal giorno che partii per l’ultimo richiamo. Fu un triste giorno, però alla sera ho dormito ancora nel mio letto. Questo giorno è ben più triste; per trovare il mio letto, potendolo, dovrei superare la distanza di 1.500 chilometri. Invece anziché dormire devo lavorare! Bella differenza: avere un bel letto e, quello che più conta, essere vicino alle mie Anita e Pupetta da una parte; e avere dodici ore di lavoro e 50 gradi di calore dall’altra, lontano da loro 1.500 chilometri, e per di più senza sapere nulla di loro da 50 giorni!
Ah Anita, quando finirà questo tormento? Chissà come sarai tu! Ho sempre questo terribile pensiero che mi tormenta; il mio cuore è tanto indebolito che non mi lascia neanche prender sonno. E’ già parecchio tempo che dormo pochissimo e temo di ammalarmi. Non so se resisterò ancora tanto tempo senza commettere la pazzia di fuggire. Fin’ora mi ha trattenuto la paura di morire di fame e stenti per la strada, o di essere pescato magari dopo aver camminato un mese, ma se mi dura questo stato d’animo, se non sento qualche buona novità, non resisterò più.

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