sabato 8 ottobre 2011

12-11-943 64° giorno di prigionia ore 24.00

La notte è fatta per dormire, niente di più vero. L’abitudine di dormire di giorno e lavorare di notte per me è impossibile. Da mezzanotte fino alle tre devo lottare terribilmente col sonno, gli occhi vogliono chiudersi per forza. Anche camminando non vogliono vedere la luce, fanno male, eppure chiudere gli occhi solo mezzo minuto significa perdere il posto, e campo di concentramento. Anita mia cara, se avrai la fortuna di leggere questi foglietti, ti dico fin d’ora, di non svegliarmi mai, mai se non per motivi gravi quando avrò la grazia di dormire nel nostro letto, questo per rifarmi di tutto quel sonno che patisco ora. Ah, quando arriverà quel giorno? E sono sicuro di trovarvi vive e sane? E sono sicuro di vivere? Oggi, dopo otto giorni che ha la febbre hanno fatto visitare un mio compagno di camerata, e pare che abbia il tifo. Se scoppia un’epidemia del genere fra di noi chi mi salverà con quella cura che hanno di noi? Io adopero tutte le precauzioni, ma siamo in 21 in una camera di metri 3,50 per 4. Siamo stretti e se non provvedono a portarlo via come preservarsi dal contagio? E poi come può il corpo mantenersi sano nutrendosi sempre di poche patate? Solo Iddio può mantenermi sano, se ha designato che un giorno ritorni con te; ma se ha destinato di dividerci così bruscamente per farci provare il peso della croce, ci ritroveremo in cielo dove i tedeschi non arriveranno.

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