giovedì 7 marzo 2013

domenica 17-9-44 un anno dopo

Un anno dopo gli avvenimenti che mi strapparono improvvisamente da voi e dopo cinque mesi che questo libretto riposa in fondo al mio zaino, lo prendo ancora in mano, deciso ad aggiungerti come posso altri avvenimenti, giorni dolorosi e una rapida occhiata a questi ultimi mesi di vita di prigionia.
Il 5 marzo ricevetti le tue prime lettere, le quali mi rimetterono un po' a posto il cuore che ormai non ragionava più.
Fu poco dopo che terminai di copiare i foglietti scritti nei primi mesi, e che misi questo libretto a riposo in fondo allo zaino, persuadendomi, rileggendolo, che lo scrivere non è il mio mestiere, e che non valeva la pena tentassi di affidare alla carta tutto quello che speravo poterti raccontare presto con la mia bocca, con più chiarezza e soddisfazione.
Da allora occupai le mie ore di riposo con un altro passatempo. Disegno e intarsio, e benché di queste due cose ne avessi una molto lontana e vaga conoscenza, spero di aver fatto un lavoro che se avrai la fortuna di prendere in mano, ti dirà molto di più di questo mio scritto. Quanto io abbia pensato a voi e al nostro paese durante questo forzato esilio.
Se non è un capolavoro per il disegno, sarà certo un capolavoro di pazienza, che solo un prigioniero può avere.
Basti pensare che su di una cassettina di centimetri 20 X 13 X 7 ho incollato circa 1.500 pezzettini di legno, tagliati su misura, la maggior parte, ad uno ad uno, con l'ausilio di pochi arnesi.
Il disegno che sta sul coperchio sarà un po' incomprensibile, un po' futurista per così dire; il significato che gli ho voluto dare è questo:
il mio cuore rappresenta una stazione radio emittente, che da questo doloroso esilio, chiama continuamente i nomi a lui più cari.
Il disegno sotto il coperchio rappresenta, come ho visto in sogno dal monte Cappello, la nostra Chiesa, il municipio e la tua casa, col sole che sorge dal Faldo. questo l'ho fatto nella settimana Santa, e spero dica quanto pensavo in quei giorni alla mia Chiesa e al mio paese.
Tutto questo è frutto della mia immaginazione e, più che altro, della mia pazienza e delle ore libere dei mesi di Aprile e Maggio.
Giugno, Luglio e Agosto passarono senza lasciare nessun ricordo, all'infuori di qualche lavoretto che ho fatto per i miei compagni, avendo in cambio qualche sigaretta.
La vita di questi cinque mesi si è mantenuta sempre sullo stesso accordo, il solito lavoro, la solita zuppa, sempre la speranza che finisca di mese in mese. L'allarme aereo molto spesso, mai senza vedere apparecchi.
Una cosa che mi ha recato molto dolore, la separazione dall'amico Brotto, causa la disgrazia successagli lavorando vicino a me ai primi di maggio, che gli causò la perdita quasi completa della vista di un occhio.

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